Che cos’è la timpanocentesi o miringotomia?
Per timpanocentesi o miringotomia si intende una procedura chirurgica che consiste nell’incisione della membrana del timpano.
In alcuni casi, dopo aver aspirato il muco dalla cassa timpanica, si applica un tubo di ventilazione transtimpanico all’interno della incisione praticata. Il tubicino rimarrà in posizione nei mesi o negli anni successivi all’intervento creando una comunicazione tra cassa del timpano e ambiente esterno e consentendo una buona ventilazione dell’orecchio medio.
Quali esami eseguire prima dell’intervento chirurgico di Timpanocentesi?
- La Rinofibroscopia
Permette di evidenziare le cause locali presumibilmente alla base dell’essudato endotimpanico, come per esempio la ipertrofia adenoidea nei bambini e la rinosinusite catarrale con scolo retronasale negli adulti; permette anche di escludere patologie tumorali del rinofaringe anch’esse alla base della possibile insorgenza della otite media essudativa.
- L’Otomicroscopia
Permette di evidenziare le caratteristiche della membrana timpanica (flogosi, perforazioni, retrazioni, etc.), la presenza di eventuali ostruzioni a carico del condotto uditivo esterno (tappi di cerume, esostosi, etc.) in modo da meglio pianificare la procedura chirurgica.
- L’Impedenzometria
Permette di confermare la presenza di liquido all’interno della cassa timpanica.
- L’Audiometria
Permette di stabilire il livello uditivo e, abbinata all’impedenzometria, consente di escludere altre patologie responsabili dello stesso tipo di perdita uditiva, come ad esempio l’otosclerosi.
Raramente è necessario pianificare un esame TC delle rocche petrose o anche dei seni paranasali, in genere quando si sospetta una lesione del rinofaringe o lesioni associate a carico dell’orecchio medio, come ad es. un colesteatoma.
Quali sono le indicazioni all’intervento chirurgico di Timpanocentesi?
1. Otite media essudativa
Le linee guida internazionali consigliano che, in caso di insuccesso della terapia medica entro 3-4 mesi dalla diagnosi, si passi al trattamento chirurgico che consiste nella miringotomia o timpanocentesi con associata nei bambini l’adenoidectomia (Fig. 1). Se la secrezione auricolare fosse particolarmente densa (il che accade soprattutto quando il processo è di vecchia data e la perdita uditiva è superiore ai 30 dB), si assocerebbe l’inserzione di un tubicino di ventilazione transtimpanico (Fig. 2).
La timpanocentesi con la eventuale inserzione del tubo di ventilazione transtimpanico risulta efficace in quasi la totalità dei casi. Solo eccezionalmente è necessario eseguirla più di una volta. I pazienti presentano un miglioramento immediato e recuperano un udito normale nell’arco di poche settimane.
2. Otite media acuta ricorrente
Episodi ricorrenti di otite media acuta in numero di 3 o più in 6 mesi o 4 o più in 1 anno e dopo fallimento delle terapie mediche.
3. Insufficienza tubarica cronica con atelettasia della membrana timpanica
L’ipopressione endotimpanica determina la progressiva adesione della membrana timpanica al fondo della cassa portando (se non si procede ad arrestare il processo) alla completa adesione della membrana al fondo della cassa o alla formazione di una tasca di retrazione che progressivamente evolve verso il colesteatoma.
Nell’atelettasia timpanica la perdita uditiva non è correlata alla gravità della malattia potendo il processo fibrotico condurre in maniera sufficiente i suoni all’orecchio interno.
Indicazioni alla timpanocentesi con inserzione di tubo di ventilazione transtimpanico sussiste nelle atelettasie centrali (Fig. 3) se la terapia medica risulta inefficace a bloccare il processo.
Nelle tasche di retrazione a fondo inesplorabile è indicato l’intervento chirurgico di timpanoplastica ai fini di eliminare le strutture dell’orecchio medio alle quali aderisce la sacca e trattare la causa della tasca.
4. Tuba beante
Condizione clinica nella quale la tuba di Eustacchio risulta costantemente aperta con conseguente trasferimento alla cassa timpanica delle fluttuazioni pressorie inspiratorie ed espiratorie.
Si procede ad inserzione del tubo di ventilazione transtimpanico che ha il compito di equalizzare la pressione della cassa e del condotto uditivo con riduzione delle oscillazioni della membrana timpanica che contribuiscono alla sintomatologia.
5. Malattia di Meniere
Studi hanno dimostrato la riduzione della sintomatologia con l’inserzione del tubo di ventilazione transtimpanico.
Inoltre nella malattia di Meniere invalidante è prevista la labirintectomia chimica con gentamicina che può essere eseguita ambulatoriamente iniettando la gentamicina, che è un antibiotico tossico per il sistema otovestibolare, nell’orecchio medio proprio attraverso un tubicino di ventilazione transtimpanico.
Come si svolge l’intervento chirurgico di Timpanocentesi con/senza inserzione del tubo di ventilazione transtimpanico?
La procedura si effettua in anestesia locale, nei bambini in genere si utilizza l’anestesia generale dovendo quasi sempre associare questo intervento a quello di adenoidectomia.
Con l’ausilio del microscopio operatorio o dell’endoscopio il chirurgo ispeziona il condotto uditivo esterno, pulendolo da cerume, materiale epidermico o qualunque altro materiale che impedisca la visualizzazione della membrana del timpano. Una volta inquadrata la membrana timpanica, l’otorinolaringoiatra la palpa al fine di escludere un’atelettasia e pratica nel suo quadrante antero-inferiore una incisione a decorso radiale di 2-3 mm mediante un bisturi a forma di falce, quindi aspira il muco dall’incisione. Quando necessario si procede al posizionamento del tubo di ventilazione transtimpanico, attraverso l’incisione stessa.
In genere il tubicino viene espulso spontaneamente dall’orecchio anche se in alcuni casi dopo 2-3 anni di permanenza ancora rimane in sede ed è pertanto consigliabile la rimozione per l’aumento delle complicanze, quali la perforazione residua o il colesteatoma.
Quali sono le precauzioni da seguire dopo l’intervento chirurgico di Timpanocentesi con/senza inserzione del tubo di ventilazione transtimpanico?
Nel caso di intervento effettuato in anestesia locale, il paziente viene dimesso subito dopo la procedura mentre nel caso dei bambini trattati in anestesia generale in genere si procede alla dimissione dopo qualche ora dall’intervento.
Il paziente dovrà evitare di far entrare acqua nel condotto uditivo interessato dall’intervento.
Pertanto si suggerisce l’utilizzo di cuffie paraorecchie per la doccia ed inserti auricolari per il mare e/o la piscina.