Prima di ogni trattamento chirurgico sui turbinati è di estrema importanza chiarire la loro responsabilità nel determinare la ostruzione nasale attraverso:
1. Anamnesi
In genere la ostruzione nasale determinata dalla ipertrofia dei turbinati:
- è alternante bilaterale, ossia almeno nelle fasi iniziali coinvolge una fossa nasale per volta o comunque è prevalente per qualche ora in una fossa nasale per poi alternarsi con l’altra fossa nasale numerose volte nel corso della giornata
- peggiora se non trattata nel corso del tempo
- prevale quando ci si trova in posizione supina, ad esempio durante il sonno
- peggiora in una stagione specifica se la ipertrofia è legata ad una causa allergica
- si associa a secrezione sierosa, starnuti ricorrenti se la ipertrofia è di natura allergica.
2. Esame obiettivo attraverso la videorinofibroscopia
che permette di confermare l’ingrossamento dei turbinati, specificare lo stato infiammatorio della mucosa nasale o evidenziare segni sospetti per allergia, escludere altre cause di ostruzione nasale (ad es. deviazioni del setto nasale, poliposi nasale, tumori,….)
3. Rinomanometria anteriore attiva
Di fondamentale importanza risulta il test di decongestione nasale che, simulando l’intervento chirurgico di riduzione volumetrica dei turbinati, permette di stabilire se la sola riduzione volumetrica dei turbinati sia in grado o meno di risolver l’ostruzione, o se debba essere presa in considerazione anche una correzione del setto nasale.
La metodica prevede l’applicazione di un vasocostrittore nasale, ripetendo ad un’adeguata distanza di tempo sia l’esame endoscopico che l’esame rinomanometrico.
L’eventuale persistenza di resistenze nasali aumentate indica che la sola chirurgia dei turbinati sarebbe insufficiente a risolvere completamente l’ostruzione.
La completa normalizzazione del tracciato rinomanometrico ci consente invece di affermare che eventuali deviazioni o creste del setto, sulle quali il vasocostrittore non può ovviamente aver avuto alcun effetto, non necessitano di alcuna correzione chirurgica, nonostante la loro evidenza.
Il Trattamento
Il primo trattamento che generalmente si propone, una volta individuate le cause, è quello medico per poi passare alla chirurgia nei casi nei quali il solo trattamento medico non fornisce un sollievo soddisfacente dai sintomi. Sarà quindi il paziente che con il medico concorderà il passaggio successivo alla chirurgia.
Purtroppo il trattamento medico è in genere sintomatico e temporaneo e pertanto richiede una stretta collaborazione tra medico e paziente.
A volte, a lungo termine, la disponibilità del paziente tende a svanire e pertanto si può offrire l’alternativa chirurgica e non solo se si desidera risolvere l’ostruzione per un periodo di tempo più prolungato o in modo definitivo.
Per fortuna sono oramai state abbandonate le tecniche di asportazione completa dei turbinati che, creando cavità nasali troppo ampie e riducendo la funzione di condizionamento svolta dal naso, determinavano la “sindrome del naso vuoto” con abbondanti formazioni di croste e peggioramento della respirazione nasale.
Cosa sono i Turbinati Inferiori ?
I turbinati inferiori si estendono in lunghezza per tutta l’estensione della cavità nasale (8-10 cm in media nell’adulto).
Nel turbinato è possibile riconoscere una “testa” (la porzione anteriore, più voluminosa, situata a poca distanza dall’apertura della narice), un “corpo” ed una “coda” (in prossimità del rinofaringe).
Dal punto di vista strutturale il turbinato è costituito da una sottile lamina ossea, rivestita dalla mucosa, con l’interposizione di sottomucosa ricca di vasi sanguigni (corpi cavernosi).
I corpi cavernosi sono in grado di modificare rapidamente il loro calibro e la quantità di sangue contenuto, passando da uno stato di “vasocostrizione” ad una condizione di “vasodilatazione”, e viceversa.
Queste variazioni avvengono ciclicamente (ogni 2-3 ore) e in modo alternato per le due cavità anche in condizioni normali (ciclo nasale). Queste modifiche volumetriche infatti hanno la funzione di assicurare un’adeguata resistenza nell’inspirazione, ritardando il passaggio dell’aria negli spazi respiratori inferiori e permettendo così una più efficace azione di filtrazione, umidificazione e riscaldamento dell’aria inspirata nelle diverse situazioni.
L’abnorme sensibilità dei corpi cavernosi del turbinato è alla base della cosiddetta rinopatia vasomotoria, definita “specifica” o “allergica”, quando la vasodilatazione avvenga solo per esposizione a determinate sostanze o allergeni, o “aspecifica” , quando l’aumento di volume dei turbinati e la conseguente ostruzione nasale si verifichino in risposta a stimoli diversi, ambientali (freddo, umidità, variazioni di temperatura) o interni allo stesso organismo (ormoni).
La chirurgia dei turbinati inferiori
L’obiettivo della chirurgia funzionale dei turbinati è quello di impedire la congestione dei corpi cavernosi, veri responsabili dell’ostruzione, senza rimuovere l’intero turbinato.
Questo obiettivo oggi è realizzabile in duplice modo, entrambi ambulatoriali:
- Sistema KOS (Stimolazione Cinetica Oscillante) mediante l’utilizzo di oscillazioni cinetiche che stimolano sia la mucosa nasale che il sistema nervoso autonomo
- Radiofrequenze e Risonanza Quantica Molecolare che realizzano zone di fibrosi all’interno dei corpi cavernosi.
Entrambi i sistemi sono privi di effetti collaterali a lungo termine e pertanto vengono preferiti a metodiche più invasive.
I pazienti che rispondono al trattamento di norma percepiscono sollievo entro 4-6 settimane e migliorano fino a 3 mesi dopo la procedura. I benefici possono migliorare con una seconda sessione dopo 3 mesi allo scopo di massimizzare i risultati terapeutici.
Gli effetti del trattamento possono durare anche anni a patto che le cause che hanno determinato la patologia vengano trattate.