Il tamponamento nasale tradizionale rappresenta l’aspetto più critico nella decisione del paziente di sottoporsi all’ intervento chirurgico, spesso anche a causa della vecchia abitudine di mantenere i tamponi per lunghi periodi (a volte anche 7-10 giorni).
In realtà la permanenza dei tamponi oltre 3-4 gg è pericolosa per il rischio di infezioni e per la mancata ventilazione dei seni paranasali e dell’orecchio.
In molti casi un tamponamento di 1-2 giorni è più che sufficiente
ed è spesso una condizione essenziale per la buona riuscita della chirurgia nasale per diversi motivi.
- Nella chirurgia del setto, la compressione permette di evitare l’ematoma e l’ascesso del setto nasale, complicanze molto rare ma pur sempre possibili, e stabilizza il setto nella nuova posizione.
- Nella decongestione sottomucosa dei turbinati, con la quale si realizza l’asportazione dei corpi cavernosi pur lasciando integra la struttura portante, la compressione permette lo sviluppo di aderenze fibrose all’interno del turbinato “svuotato” che ostacolano la successiva ricrescita del tessuto vascolare asportato.
La mucosa nasale presenta un elevato potere rigenerativo che può facilitare la formazione di briglie cicatriziali e aderenze, quando non venga inserito del materiale di separazione tra setto e turbinati.
I materiali utilizzati per effettuare il tamponamento nasale sono sostanzialmente rappresentati dai tamponi in materiale poroso espandibile (eventualmente dotati di un tubicino di ventilazione) e dalle splints in materiale plastico morbido.

Il tamponamento con garze merita di essere citato solo come dato “storico” ed era giustificato solo in un epoca nella quale non erano ancora disponibili alternative. Si tratta infatti di una tecnica molto fastidiosa sia nella fase di introduzione (quando l’intervento sia eseguito in anestesia locale) che al momento della rimozione, a causa delle inevitabili aderenze tra le garze e la mucosa nasale. Oltretutto offre un controllo dell’emorragia meno efficace.
I tamponi in materiale poroso espandibile al momento dell’inserimento sono costituiti da una lamina sottile inseribile nella cavità nasale anche in anestesia locale, che viene fatta espandere successivamente all’interno della cavità nasale adattandosi alla sua conformazione. Questo tipo di tamponi assicura un controllo ottimale del sanguinamento postoperatorio. La rimozione del tampone è minimamente fastidiosa utilizzando specifici accorgimenti nella fase di introduzione o abbinandoli all’uso delle splints.
Gli splints in materiale plastico flessibile sono costituiti da materiale plastico morbido e flessibile e sono conformati sulla forma delle fosse nasali per garantire l’ottimale compressione del setto e la prevenzione di sinechie post-operatorie. A volte si possono usare da soli (senza ricorrere ai tamponi) e pertanto non ostruiscono in alcun modo la fossa nasale, la respirazione non è ostacolata ed è quindi generalmente migliore di quella preoperatoria, permettendo sin da subito di apprezzare (almeno in parte) il beneficio dell’intervento.
Rispetto ai tamponi più tradizionali gli splints offrono però un minor controllo del sanguinamento. Queste caratteristiche rendono gli splints in materiale plastico flessibile il dispositivo ideale ogni qualvolta il sanguinamento postoperatorio non costituisca un problema. Interventi con maggior rischio di emorragia postoperatoria si giovano di tale metodica abbinando gli splints ai tamponi di materiale poroso espandibile.